Cambiamenti, conversioni, innesti

“Lentius, profondius, suavius” (più lenti, più profondi, più dolci)

“La conversione ecologica potrà affermarsi solo quando apparirà socialmente desiderabile”, affermava Alexander Lager nell’insostenibile leggerezza delle sue «profezie» ([1]).

“Conversione ecologica, è un’espressione che si ispira sicuramente ad una sensibilità religiosa, a un certo fervore rivoluzionario, al desiderio di cambiare la società veramente dal basso e di rendere desiderabile un mutamento negli stili di vita; “conversione”, quindi, come trasformazione del contesto sociale, delle coscienze e dei comportamenti individuali.

Cambiare “Citius, altius, fortius” (più veloci, più alti, più forti), motto delle olimpiadi e dell’intera nostra civiltà, con un motto alternativo, “Lentius, profondius, suavius” (più lenti, più profondi, più dolci), non potrebbe farci guadagnare umanità? È questa una delle proposte, provocatorie perfettamente in linea con la lettera enciclica Laudato si’, di Alex Langer, un uomo che ha speso la sua vita nel gettare ponti.

Questi ammonimenti di Langer, ritornano con prepotenza e si affastellano nelle coscienze di “tanti”, adesso che tutto sembra perduto.

Nessuno vuole mollare niente ma non ci può essere nessun cambiamento senza una perdita. Ogni volta che dobbiamo compiere una scelta dobbiamo essere coscienti che non tutto si può conservare: ogni innovazione ha un prezzo.

Viviamo in un’epoca in cui alla bulimia dei mezzi, come diceva Paul Ricoeur, corrisponde l’atrofia dei fini e spesso anche la loro eterogenesi.

Un caso eclatante di eterogenesi dei fini è stata sicuramente di recente, quella che si è verificata nella circostanza della cosiddetta “protesta dei trattori”, organizzata dagli agricoltori di tutta Europa che volendo evidenziare un collasso dei redditi provenienti dalle loro attività produttive, la mancanza di reciprocità dei requisiti per le produzioni realizzate nei paesi extraeuropei, l’oppressione delle norme e dei divieti, ha finito per essere identificata come la guerra degli agricoltori al Green Deal, scambiando la soluzione del problema con la causa del problema, mentre i fattori in gioco sono altri, più di lunga data e più strutturali.

È vero però che, per quanto riguarda alcune delle misure in questione, in particolare quelle agronomiche relative al regime di rotazione agraria e all’esclusione di una parte della superficie dalla coltivazione, il voler estendere le misure in maniera non differenziata a tutti gli agricoltori europei è stato senz’altro uno sbaglio. Sarebbe stato, invece, più giusto effettuare a monte una selezione dei sistemi rurali più a rischio, intervenendo in maniera appropriata e diversificata. In molti dei paesaggi rurali della Campania, ad esempio, gli obiettivi del Green Deal sono difatti già raggiunti e superati!

 

Le politiche pubbliche non devono essere cieche ai luoghi e i luoghi devono essere, protagonisti propositivi del proprio destino.

 

La conversione o è sociale o non è.

I protagonisti del cambiamento però non possono essere guidati solo da un’impulsività incontrollabile, perché, questa porta con sé improvvisazione e una comunicazione contraddittoria, e pertanto facilmente strumentalizzabile.

Come è diventato maledettamente difficile comprendersi e spiegarsi!

Innestare nel cuore della ruralità la voglia di rigenerazione radicale e di trasformazione operosa ovvero ritornare al passato, al fuoco delle relazioni sociali ed economiche e non alla cenere della crescita senza sviluppo. Far venire la voglia ai giovani di restare, perché è bello essere al centro di un luogo accogliente e non in un “non luogo” figlio della globalizzazione. Ci vuole un miracolo o ci vuole fiducia!

Ma Alessandro D’Avenia dice che: non è il miracolo che fa la fiducia ma la fiducia che fa il miracolo. Infatti solo chi ha fiducia nella vita ne è curioso, aggettivo derivante da “cura”: chi ha cura del mondo non solo vede i miracoli, ma li fa. Pensate sia vero?

A proposito di miracoli, riusciremo anche quest’anno a portare un po’ di felicità e voglia di restanza con il nostro evento del cuore? Speriamo!

Che cos’è la felicità se non il sincero accordo tra un uomo e la vita che conduce. Camus

Siamo accordati?

Buona Vinalia 2024 a tutti!

Quando meno te lo aspetti

è scoppiata la realtà,

è l’orchestra dei fischietti

che dà la sveglia alla città,

dà la sveglia coi tamburi

e nessuno dormirà,

scrive in rosso sopra i muri

e spacca il mondo in due metà.

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Niente resta uguale a sé stesso,

la contraddizione muove tutto.

Niente resta uguale a sé stesso,

la contraddizione muove tutto.

Niente resta uguale a se stesso,

la contraddizione muove tutto.

Niente resta uguale a se stesso,

la contraddizione muove tutto.

(L’orchestra dei fischietti – Stormy six, un po’ di anni fa!)

[1] Alexander Lager-Il viaggiatore leggero-Sellerio-1996. Raccolta dei suoi scritti fra il 1961 e il 1995, anno in cui si tolse la vita.